Dopo ogni nevicata mi diverto ancora come se fossi un bambino.
Forse pure di più. Non sono più pupazzi di neve, fortini, bob e slitta i miei giochi preferiti.
Senz'altro c'è lo sci, che talvolta lo potrei inserire nel calderone del gioco, ma ci vuole già un certo spessore di neve.
La cosa che mi diverte maggiormente, e che da bambino forse mi dimenticavo di fare, è osservare. Osservare le impronte e cercare di indovinare la specie di animale. Osservare le ondulazioni modellate dal vento.
Osservare i contrasti.
Sì, perché quando tutto è bianco si accentuano i contrasti.
Se poi vado a passeggio con Maya, cane nero di famiglia che adora giocare con la neve, tutto mi mette in fibrillazione.
Maya non rimane mai ferma. Anche se ormai ha una certa età, pensa solo a correre, cercare pigne, aspettare il lancio di un bastoncino o ancor meglio una pigna di abete rosso.
Ho voluto enfatizzare questa sua iperattività con la fotografia, utilizzando tempi di scatto lunghi e panning.
Il manto nero di Maya era perfetto per giocare coi contrasti. Mi sono divertito molto, soprattutto quando lei si spazientiva in attesa del lancio di una pigna, e il risultato, talvolta inquietante, è sembrato voler mettere allo scoperto il profondo del mio animo di quel momento.
Pensieri fuggevoli, poco definiti e contrastanti.
Istanti di neve, mai immobili. Maya che col suo gioco mi ha fatto giocare.
Il sorriso, il mio, nel rendermi conto che basta poco per cacciare i pensieri confusi. Basta giocare anche con loro.
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